Figurativo o Astratto? Rappresentare o Interpretare? (parte prima)
Forse prima ancora della discussione tra stile figurativo ed astratto si deve,a mio modo di affrontare l’argomento, capire su quali binari si dovrebbe muovere l’arte: la rappresentazione o l’immaginazione. In questi termini la risposta ci è data già dalla Storia dell’Arte e dalle sempre più nuove tecnologie legate all’immagine e all’arte; il verismo e il realismo non sono periodi che hanno lasciato un segno significativo e anche solo una macchina fotografica, per non parlare dei cellulari, fa cose immediate che fanno sfigurare il miglior quadro realistico. L’artista che si sofferma esclusivamente a rappresentare solo il dato reale, per quanto con estrema perizia e tecnica, compie un’azione semplicemente di “copiatura” escludendo a priori l’aspetto più significativo dell’Arte: l’interpretazione. E non basta il fatto che ci voglia tanto tempo, che ci si metta tutta la passione di cui si è capaci, il linguaggio che si utilizza è già di per se parte del contenuto ed un linguaggio fotografico, descrittivo mostra tutta la sua pochezza e tutti i suoi limiti. Al contrario quando ci si lascia trasportare dall’istinto, dalla gestualità e dalle emozioni i canoni tradizionali vengono meno, la deformazione e il segno pittorico mostrano aspetti interiori altrimenti limitati dal tecnicismo, si liberano e mostrano aspetti istintivi quali il temperamento ed altri più legati ai nostri vissuti. In questo modo il rapporto di odio-amore verso un’opera d’arte viene stimolato e continua nel tempo, mentre di fronte ad un lavoro realistico si spegne presto l’interesse e il dialogo. Prima di affrontare il dibattito tra quadro figurativo - quadro astratto è necessaria una precisazione del termine astratto. L’opera non figurativa si può, con estrema semplificazione, distinguere tra astratta ed informale. L’astratto ha una caratteristica progettuale e compositiva principalmente mentale che nasce da una riflessione o un’idea, utilizza la geometria, gli aspetti di equilibrio e di bilanciamento dello spazio “pittorico”, la scelta oculata dei colori, preferibilmente la loro stesura piatta, aspetti ottici o dinamici anche quando non utilizza solo i colori ma anche materiali quali ferro, carta, vetro ecc. L’informale nasce da un impulso istintivo o umorale, non è quasi mai progettato, piuttosto calibra la composizione e le geometrie solo per assecondare uno stato emotivo, il gesto pittorico è parte trainante della visione, i colori non sono piatti, ma al contrario si sovrappongono, si mescolano sulla tela, si “sporcano” al fine di esprimere una visione emotiva dettata dal magma dinamico che nella pancia fa convivere emozioni, istinti, vissuti, personalità vissuti e sogni.